Cambio lavoro e tasse

13.03.2020

Quando un lavoratore dipendente cambia lavoro durante l'anno può incorrere in un vero e proprio salasso per il pagamento delle tasse in sede di conguaglio. Cambiare lavoro durante l'anno significa doppio CU (ex CUD) e obbligo di dichiarazione dei redditi! Si devono, quindi, pagare più tasse?

Bisogna stare molto attenti quando si cambia lavoro durante l'anno per affrontare al meglio il "problema tasse"; infatti per l'erario, quello che dal tuo punto di vista potrebbe essere solo un cambio di attività, si può trasformare in un problema di allineamento. Ciò avverrà nel mese di luglio dell'anno successivo. Quando si cambia lavoro durante l'anno si avranno due CU (Certificazione Unica), già questo fa sì che si è obbligati a dichiare i redditi al fisco. Se non si sono presi gli accorgimenti necessari dal punto di vista fiscale, il cumulo dei redditi comporterà per forza di cose un debito d'imposta. Quello che succederà è che si pagheranno meno tasse inizialmente, che però verranno chieste di restituire tutte insieme! Ciò accade perché i diversi datori di lavoro avranno tassato i redditi con un'aliquota più bassa di quella corretta, non essendo a conoscenza l'uno dell'altro. Vediamo con un esempio come funziona e quali misure si possono adottare per evitare spiacevoli situazioni.

Supponiamo per esempio un lavoratore che percepisca per i primi 6 mesi uno stipendio lordo annuale (RAL) di 20k € e che i successivi 6 mesi si sposti in un'altra azienda in cui invece percepirà una RAL di 30k € l'anno. Cosa succede in questo caso?

I primi 6 mesi dell'anno il primo datore di lavoro tasserà lo stipendio, ogni mese, considerando che nel corso dell'anno il lavoratore andrà a guadagnare 20k €. Non appena vengono comunicate le dimissioni, il datore di lavoro dovrà ricalcolare la tassazione. Infatti, in questo caso l'attività del lavoratore presso l'azienda si dimezza da 12 a 6 mesi, e di conseguenza i compensi complessivi si dimezzeranno (da 20k € a 10 k€).

Per l'erario ecco quindi il primo disallineamento: il datore di lavoro, con l'ultimo cedolino, "restituirà" tutte le tasse che non si sarebbero dovute pagare. L'ultima busta paga sarà quindi molto più corposa.

Non appena il lavoratore inizierà la nuova attività, il nuovo datore di lavoro, non sapendo che per i primi 6 mesi il lavoratore ha già guadagnato 10k €, applicherà ogni mese le tasse considerando che complessivamente si andranno a guadagnare 15k € (la metà di 30k €).

Di conseguenza quindi anche il secondo datore di lavoro applicherà un'aliquota più bassa rispetto a quella corretta. Ciò vuol dire che per 6 mesi il lavoratore vedrà la sua busta paga più "corposa". Anche in questo caso il problema è che quei soldi non spettano realmente al lavoratore e ben presto dovrà restituirli.  

La differenza di aliquote (fra quella applicata e quella corretta da applicare) fa sì che in sede di conguaglio, (luglio dell'anno successivo), si generi un debito nei confronti dello Stato. Questo in aggiunta anche da eventuali detrazioni fiscali (per lavoro dipendente) applicate dai rispettivi datori di lavoro, rendendo così il conguaglio molto salato.

Come evitare il conguaglio salato?

Per evitare di subire un salasso è importante informare il nuovo datore di lavoro dei redditi e delle detrazioni già percepite. Per fare ciò è sufficiente farsi dare dal vecchio datore di lavoro una copia provvisoria del CU oppure farsi consegnare il modello per le detrazioni fiscali. Comunicando al nuovo datore di lavoro i redditi e le detrazioni fiscali percepite fino a quel momento sarà possibile far partire il conteggio delle tasse in modo corretto.

In questo modo ogni mese si pagheranno le tasse sul reddito corretto. Inoltre, a fine anno sarà il nuovo datore di lavoro ad applicare eventuali conguagli.

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