Portafoglio ETF, considerazioni
Un portafoglio ETF adeguato deve essere in linea con quello che è il proprio profilo di rischio e con le proprie aspettative sugli investimenti. Vediamo quali sono le considerazioni da tener conto per creare il miglior portafoglio ETF per comporre una strategia di investimento davvero efficace.

Il punto di partenza per la creazione di un portafoglio adeguato è la conoscenza delle proprie esigenze e aspettative. E' importante partire dall'analisi della propria propensione al rischio. La regola di base della finanza è sempre la stessa: più alto è il rischio, più potenzialmente è possibile guadagnare.
ETF a basso rischio: obbligazionari dei Paesi sviluppati
Le obbligazioni hanno un funzionamento molto semplice: sono titoli di debito che vengono emessi da stati o aziende per finanziare spesa corrente o investimenti. Più l'ente è affidabile, ovvero più è verosimile che restituisca il denaro preso in prestito, più l'interesse è basso.
Le obbligazioni dei paesi sviluppati sono tra gli strumenti di investimento più sicuri che i mercati possono offrirti. Di conseguenza, gli ETF che hanno questi titoli in paniere sono molto affidabili anche se hanno rendimenti molto bassi. Se si pensa di avere un profilo di rischio basso, gli ETF sugli obbligazionari statali a basso rendimento sono di gran lunga quelli più indicati per fornire la base al proprio investimento.
ETF a rischio medio-basso: obbligazioni corporate (con rating buono)
Al secondo posto ci sono le obbligazioni corporate, ovvero obbligazioni emesse da aziende che hanno un buon rating di affidabilità. Le obbligazioni di questo tipo sono fortemente regolamentate dai mercati e sono affidabili nella misura in cui l'azienda che li emette è affidabile. Se si desidera correre rischi leggermente superiori rispetto a quelli con gli ETF su obbligazionario statale dei paesi economicamente sviluppati, questi sono i titoli di cui si ha bisogno per operare.
ETF a rischio medio-alto: l'azionario dei paesi sviluppati
Qui entra in gioco il mercato azionario dei paesi sviluppati, ovvero quelle azioni dei paesi economicamente più avanzati, che pur essendo decisamente più rischioso del mercato obbligazionario, in archi temporali sufficientemente lunghi offre rendimenti decisamente interessanti. Stiamo parlando di ETF che contengono azioni di paesi come USA, Germania, Francia, Italia, Spagna e UK. Ci sono anche ETF che includono un enorme numero di titoli, come ad esempio gli MSCI World o Europe, che al loro interno includono titoli che sono molto ben capitalizzati e che dunque sono tipicamente più stabili.
ETF a rischio alto: obbligazioni e azioni dei paesi emergenti
Parliamo di ETF che raccolgono indici o panieri di beni e titoli dei paesi emergenti. Siamo davanti ad investimenti parecchio rischiosi, per due ordini di motivi:
- I mercati dei paesi sviluppati sono meno capitalizzati e dunque più soggetti a crolli improvvisi, crisi di brevissimo periodo, manipolazioni da parte dei grandi investitori e da parte dei grandi fondi;
- I titoli di questi paesi, almeno per quanto riguarda le azioni, sono denominati in valuta locale, il che aggiunge anche l'incognita cambio contro l'euro ad un'equazione già particolarmente difficile.
ETF a rischio altissimo: materie prime
A prescindere da quale sia la materia prima che si deciderà di inserire all'interno del portafoglio, che si tratti di gas naturale, di petrolio, di preziosi come l'oro o come l'argento, un ETF sulle materie prime espone a rischi decisamente importanti, dato che si tratta di asset che possono subire variazioni di prezzo decisamente importanti.
In aggiunta, spesso gli ETF sulle materie prime sono strutturati, e possono dunque moltiplicare il reale andamento dell'asset sottostante. Inserirli solo se si ha bisogno di dare un po' di brio (e di rischio) ad un portafoglio altrimenti troppo piatto.
Diversificazione & liquidità
Non è però soltanto del potenziale rischio dei titoli che dobbiamo tenere conto per andare a costruire un buon portafoglio ETF. Diventa infatti estremamente importante inserire nell'equazione anche il fattore diversificazione.
Grazie alla diversificazione è possibile investire in asset diversi e con andamenti contrastanti. Per esempio il prezzo dell'oro e dell'acciaio son inversamente proporzionali in base all'andamento dell'economia. La differenziazione può essere utilizzata anche in un altro senso: è possibile scegliere titoli diversi per provenienza geografica, comparto e fattore di rischio per ottenere un andamento che sia la media dei risultati di diversi strumenti. Nel caso degli ETF è possibile pensare di inserire prodotti che siano basati su economie sviluppate e emergenti, su materie prime e su obbligazioni, per creare un portafoglio che sia effettivamente differenziato e che non risenta eccessivamente di eventuali crisi di settore.
Nella creazione del portafoglio ETF, inoltre, si dovrà tenere conto anche del fattore liquidità di un ETF. Non tutti gli ETF hanno la stessa liquidità. Ci sono ETF che sono scambiati molto di frequente e per buoni volumi, mentre ci sono degli ETF che sono trattati da pochissimi operatori e che è più difficile vendere o comprare. La liquidità di un ETF modifica il rischio insito nello strumento. Immagina di aver acquistato un ETF Grecia con bassa capitalizzazione e che venga scambiato con frequenza molto bassa sulle principali borse mondiali.
Fattore valuta
Non tutti gli ETF sono denominati in Euro, e anche quelli che lo sono spesso hanno in paniere titoli denominati in altra valuta. Uno degli esempi eclatanti è quello delle azioni turche e dei conseguenti ETF Turchia: in questo caso nonostante un discreto andamento dei titoli, si è avuto un crollo della lira turca (più dell'80% del valore perso in pochi mesi), il che ha reso l'investimento in BUY sugli ETF Turchia un autentico bagno di sangue per tutti gli investitori coinvolti.
Breve, medio, lungo periodo & indici ampi o stretti
Bisogna inoltre tenere conto di quelle che sono le proprie aspettative quando si parla di investimenti in ETF. Se si sta investendo su ETF per un ritorno a breve termine, si dovrà necessariamente selezionare prodotti che sono molto volatili e molto rischiosi e magari applicare anche una leva finanziaria molto importante.
Se invece si cerca un ritorno su un periodo di 3-5 anni, allora è possibile guardare in modo più intelligente e strutturato al proprio portafoglio ETF. Su periodi medi di questo tipo gli errori si pagano molto meno e con le scelte giuste, pur senza rischiare molto, è possibile guadagnare cifre importanti. Chi vuole investire sul lungo e lunghissimo periodo e dunque su periodi superiori ai 10 anni, troverà negli ETF un alleato fondamentale. Per esempio chi ha investito in MSCI World 10 o 15 anni fa si trova oggi con portafogli estremamente più ricchi.
Per quanto riguarda l'ampiezza, ci riferiamo ad un valore che tiene conto di quanti titoli rispetto alla capitalizzazione sono presenti nel paniere dell'ETF. Se si desidera un portafoglio prudente o bilanciato, gli indici ampi sono estremamente più convenienti. Se invece si è disposti a correre rischi maggiori (alla ricerca ovviamente di rendimenti maggiori), si possono selezionare indici molto ristretti.
Quanto differenziare?
In realtà la differenziazione deve avere un limite, perché un'eccessiva diluizione del portafoglio, soprattutto se con capitali molto ristretti, non porta ad alcun tipo di vantaggio. Il consiglio è quello di non inserire più di 8-10 ETF in paniere. Questo perché è possibile incorrere in enormi difficoltà per andare a gestire investimenti tanto complessi. E' consigliabile iniziare partendo con 4-6 ETF di buona qualità e che possano essere integrati senza alcun tipo di problema all'interno del portafoglio.
Commissioni
A parità di composizione e di liquidità, scegliere sempre degli ETF che possano garantire commissioni basse. Quando si parla di commissioni basse su un titolo, vuol dire spendere tra lo 0,20% e lo 0,60% su base annua. E' importante scegliere prodotti che offrano un piano di commissioni controllate.
Vendita allo scoperto
Ricordiamo inoltre che gli ETF, come tutti gli strumenti finanziari, possono essere vittime di trend negativi momentanei. Se non si investe con broker che permettono di vendere allo scoperto, non si potrà trarre nessun vantaggio da questo tipo di trend. eToro offre vendita allo scoperto, per andare a investire puntando sul ribasso di questo o quel titolo senza alcun tipo di problema!
Al seguente link un video che spiega come creare passo-passo un portafoglio usando il tool di JustETF