Investire in azioni: cosa considerare

04.04.2020

Come scegliere i titoli da comprare se si vuole investire in azioni? L'acquisto di un titolo non è semplice: occorre avere delle basi di formazione finanziaria, informarsi costantemente e accettare il rischio di perdere. Vediamo quali sono le considerazioni che si dovrebbero fare prima di acquistare un'azione di una società.

I mercati finanziari non sono la cosa più facile da affrontare, ma possono dare soddisfazioni. I trader e gli investitori del mercato azionario usano diverse tecniche per scegliere i titoli su cui investire. Alcuni fanno un uso maggiore dell'analisi tecnica, altri dell'analisi fondamentale. Per investire in azioni come prima cosa occorre scegliere il titolo da comprare, soprattutto se lo si intende fare in un'ottica di medio-lungo periodo, è raccomandabile utilizzare entrambe le tipologie di analisi. Prima ancora di iniziare l'analisi fondamentale e tecnica è importante cercare di rispondere a queste domande:

  • Capire bene l'azienda di cui si vuole acquistare il titolo azionario. In che settore opera, che tipo di azienda è (Style Box di MorningStar), come realizza i suoi ricavi, quali sono i rischi associati? Non è abbastanza sapere, ad esempio, che l'azienda vende giocattoli. Lo fa attraverso dei negozi reali, oppure attraverso Internet? I due modelli possono generare fatturati e margini di profitto molto diversi.

  • Stato di salute, una buona azienda è in grado di realizzare una combinazione dei seguenti fattori: un forte vantaggio competitivo, crescita del fatturato e degli utili, un buon flusso di cassa, pochi debiti, margini di profitto in crescita, ottime prospettive di sviluppo e un management di talento e onesto.

  • Valutazione del titolo, sopravvalutato o sottovalutato? È possibile farsi un'idea approssimativa della valutazione di un titolo confrontando il P/E del momento con la sua media storica o al P/E di aziende simili.

Come capire se il business di un'azienda è redditizio? Un indicatore è il margine di profitto. Si tratta di una misura della redditività che tiene conto del profitto lordo, operativo e netto come percentuale dei ricavi. Il margine di profitto rappresenta la parte che un'azienda guadagna per ogni dollaro ricavato dalle vendite. Esistono tre tipi di margine di profitto: lordo, operativo e netto. Tutti e tre possono essere calcolati dividendo il profitto (ricavi meno costi) per i ricavi. Il margine di profitto netto è l'indicatore che segnala se un'azienda riesce a trasformare in modo appropriato i ricavi in profitti. Il profitto netto corrisponde al totale dei ricavi meno il costo delle merci vendute, le spese operative, gli interessi, le imposte, le azioni privilegiate e la restituzione del debito. 

Analisi fondamentale

L'analisi fondamentale permette di valutare un titolo capendone il reale valore di fondo dell'azione. I parametri su cui basarsi per la scelta di un titolo sono i seguenti:

  • il ROE e il ROA (o il ROI); elevati livelli di ROE stanno ad indicare che la società emittente del titolo è in grado di garantire un alto rendimento per gli investitori. Il solo uso del ROE può essere fuorviante in quanto non tiene conto del livello di indebitamento. Il patrimonio netto è la differenza tra il totale delle attività e le passività. Se le passività aumentano, di conseguenza il denominatore del ROE tenderà a diminuire spingendo il valore complessivo in rialzo. Gli operatori quindi confrontano, in genere, il ROE con il ROA (Return on Assets), che mostra quanto gli asset dell'azienda siano redditizi. Valori elevati di ROE e ROA stanno ad indicare che la crescita del ROE è veritiera in quanto il ROA tiene conto delle passività nel denominatore che all'aumentare di esse tenderà a crescere, comprimendo così la percentuale del ROA

  • il P/E e l'EPS. Il P/E è il rapporto tra il prezzo dell'azione e l'EPS, cioè l'utile generato dall'azienda per ogni azione in circolazione. Il P/E è uno di quei parametri che possono essere comparati con quelli di società simili o di settore. Alcuni operatori tendono a confrontare il P/E di un'azienda con quello di settore, commettendo però un errore. Non si può infatti confrontare il P/E con la semplice media matematica del settore di riferimento, poiché quest'ultima ricomprende P/E di società che per struttura e redditività non sono simili a quella oggetto di analisi. È bene quindi comparare il P/E con quello di aziende simili piuttosto che a quello medio di settore. L'EPS invece è il denominatore del P/E. Se la strategia di investimento si basa sulla ricerca di titoli sottovalutati allora se il P/E scende mentre l'EPS sale siamo nella situazione ideale (ammettendo che ROE e ROA siano ottimali). Questo sta ad indicare appunto che il prezzo dell'azione non sta riflettendo la crescita degli utili, mostrando così una sottovalutazione del mercato sul titolo in questione.

  • il P/BV. Anche in questo caso, se la strategia di investimento prevede la selezione di un titolo sottovalutato allora se il ROE cresce strutturalmente bene (cioè non ci sono deviazioni causate dall'aumento del debito) ed il P/BV è basso c'è un ulteriore suggerimento di sottovalutazione del titolo da scegliere. Questo perché il prezzo non sta inglobando la crescita del valore di libro (patrimonio netto) che è la parte del bilancio che interessa all'investitore azionario.

  • news, qualità del management e visibilità del titolo. News positive in genere riflettono il sentiment del mercato sull'azienda, il che è un buon segno per futuri rialzi del titolo in questione. Valutare l'abilità del management è anche una buona idea poiché se i vertici della società sono percepiti positivamente dal mercato, questo avrà un atteggiamento positivo verso le scelte dei manager e soprattutto verso il titolo. Infine, tenere in considerazione dov'è quotato il titolo. Se si parla di aziende a piccola capitalizzazione, in fasi di mercato avverse al rischio non è detto che il titolo salga. Questo perché le azioni quotate su indici minori godono di minore visibilità a causa appunto dell'inserimento su indici di minore rilevanza.

Ricapitolando, la formula di analisi fondamentale che permette la scelta ottimale di un'azione sottovalutata è:

  1. ROE e ROA attuali e prospettici elevati
  2. P/E relativamente basso rispetto ai competitor ed EPS in crescita
  3. P/BV basso (anch'esso comparabile con i competitor di settore)

I portali gratuiti che possono essere utilizzati per reperire queste e altre informazioni sono:

Un altro ottimo portale, molto facile da usare, per trovare tutte le informazioni che servono riguardo le aziende è Simply Wall St. E' necessario registrarsi e si avrà diritto a una prova gratuita di 14 giorni al termine della quale si dovrà scegliere quale piano di abbonamento sottoscrivere.

Analisi tecnica

L'analisi tecnica permette di capire quali siano i migliori punti di ingresso e di uscita da un titolo azionario e spesso riflette la valutazione dell'analisi fondamentale. Se tutti i parametri precedenti sono stati rispettati, si può iniziare a guardare il grafico del titolo che si desidera scegliere. I principali parametri grafici da vedere sono:

  1. indicatore RSI
  2. i volumi di scambio
  3. i livelli di prezzo su cui si trova l'azione

Partiamo dai livelli di prezzo su cui si trova un'azione. Immaginiamo di aver trovato un titolo che rifletta tutti i parametri fondamentali visti in precedenza, quindi, secondo la nostra analisi la quotazione attuale del titolo è sottovalutata. Adesso bisogna capire quando entrare a mercato. Guardando il grafico sottostante il prezzo si trova su una resistenza e vi si sta approcciando con volumi sostenuti. Come si vede, al primo tentativo di test il titolo non riesce a rompere il livello pur mostrando volumi sostenuti. Si osservi però a come scende dopo il fallito test: i volumi sono nettamente minori della fase di salita, indicando che la discesa è solo una fase di presa di profitto. A riprova di questo è l'andamento dell'indicatore RSI che invece di scendere continua a salire. Ulteriore segnale che un nuovo test si sta per verificare.

Infatti, qualche giorno dopo il titolo torna a testare la resistenza, rompendola, con volumi sempre molto alti. Per tutta la fase di salita il titolo registra volumi alti: questo vuol dire che i grossi investitori si sono accorti delle potenzialità dell'azienda e hanno cominciato a fare incetta delle azioni.

Infine, guardare il grado di correlazione del titolo in questione con l'indice di riferimento, paragonando la forza relativa del titolo da scegliere con quello del listino. Se il titolo mostra forza relativa all'indice, vuol dire che l'azione che si sta scegliendo ha un andamento slegato da quello dell'indice di riferimento, il che indica che la sua forza è al sicuro anche in tempi non ottimali dell'indice di quotazione.

Stock screener

Sul mercato sono presenti migliaia di titoli ed è impensabile analizzarli tutti. Per trovare facilmente dei titoli azionari che rientrino nella strategia scelta è necessario utilizzare dei tool automatici. In questo modo investire non diventa necessariamente un'attività dispendiosa in termini di tempo se si conoscono i giusti strumenti con cui effettuare la propria ricerca. Uno degli strumenti più potenti per trovare azioni di aziende di qualità è lo stock screener, un software che scandaglia il mercato azionario alla ricerca di un ristretto numero di società rispondenti alle caratteristiche desiderate.

Lo stock screener titoli azionari è il punto di partenza per effettuare una prima scrematura dei titoli, ma in seguito i risultati evidenziati devono essere valutati in modo approfondito per trovare le aziende che rispondano alle proprie esigenze di trading online. Online sono presenti diversi portali che consentono, gratuitamente, di personalizzare i filtri per focalizzare l'attenzione soltanto sulle azioni di proprio interesse:

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