Rischio di cambio

02.04.2020

Fra investire in un titolo quotato in Euro e un titolo quotato in Dollari c'è una sostanziale differenza. Il cambio, appunto. Quali effetti produce sul rendimento del portafoglio un movimento marcato del tasso di cambio? Vediamo come gestire questo rischio (non da poco)

Supponiamo di aver deciso di acquistare delle azioni americane. Queste sono quotate al New York Stock Exchange e quindi prezzate e negoziate in dollari americani. Che cosa bisogna fare per acquistarle? Prima di tutto cambiare il capitale in dollari al prezzo di mercato. Quindi acquistare le azioni. E per venderle e incassare? Bisognerà vendere le azioni in possesso e cambiare i dollari in euro. In due occasioni quindi bisognerà fare un cambio di valuta, in fase di acquisto e in fase di vendita, e questo senza prendere in considerazione le commissioni e l'imposta sul capital gain (in caso di plusvalenza). Ecco di seguito i casi in cui il rischio di cambio può materializzarsi:

  • Mercato Azionario, acquistare azioni di aziende quotate in una borsa che non è di un paese dell'unione monetaria europea
  • Mercato Obbligazionario, acquistare obbligazioni di una società estera
  • Mercato dei Titoli di Stato.
  • Commodities, per esempio il petrolio e l'oro sono negoziati in dollari.

E' necessario quindi considerare la valuta degli strumenti finanziari che si detengono. In linea generale, per quelli espressi in Dollari Usa bisogna sapere che la relativa performance, se "tradotta" in Euro, sarà influenzata, nel bene e nel male, dall'andamento del cambio tra Euro e Dollaro (tale regola vale ovviamente per ogni divisa che si abbia in portafoglio).

Un esempio renderà più chiaro il ragionamento. Supponiamo di aver acquistato, a una certa data, un'azione sul mercato americano. Il prezzo dell'azione era pari a 30,00 $, ed il cambio EUR/USD era 1,07. La spesa in Euro sarebbe dunque stata 30,00$/1,07=28€. Supponendo di vendere l'azione al raggiungimento del valore 22,50 $, con il cambio EUR/USD a 1,16. L'incasso derivante dalla vendita sarà 22,50$/1,16=19,39€. Il risultato dell'operazione sarebbe stato quindi pari a -30.75%. Un investitore americano invece che avesse effettuato le stesse operazioni, avrebbe invece registrato una perdita del [(22,50$ - 30$) / 30$] * 100 = -25%, perché non sarebbe stato penalizzato dagli effetti del cambio, dato che avrebbe operato nella sua moneta di riferimento. Come si può notare, la differenza tra il risultato dell'investitore europeo e quello dell'investitore americano è una percentuale del 5,75%, cioè la rivalutazione dell'Euro nei confronti del Dollaro Usa in quel periodo.

Per quanto riguarda gli ETF invece, prendiamo come esempio iShares Core S&P 500. Questo ETF, quotato sulla borsa di Milano, permette di investire sull'indice americano S&P 500. La scheda del titolo su Borsa Italiana hai il prezzo in EUR. Ma in realtà il titolo ha come valuta di riferimento USD. In questo caso il rischio di cambio c'è come per tutti i titoli quotati in dollari anche se il prezzo è in euro.

Per proteggersi da questo rischio esistono le cosidette "coperture" (hedging). Si tratta di fare operazioni "a termine" sulle valute, per annullare la variazione del rapporto di cambio. Per esempio se si ha in portafoglio un'azione che vale 100$ significa che, per compensarla, si dovrà avere una posizione al ribasso verso il dollaro di 100$, in modo tale da compensare l'esposizione. Contestualmente all'acquisto dell'azione americana quindi si sarebbe potuto fare un contratto a termine di cessione valuta, impegnandosi a consegnare una certa quantità di dollari in un determinato momento futuro ad un prezzo uguale a quello di acquisto. Acquistando strumenti derivati sulle valute (currency future, currency options, currency swap) ci si può proteggere da eventuali fluttuazioni sui tassi di cambio. Questi strumenti derivati permettono, se il tasso di cambio va in una direzione, di ridurre il "costo" della fluttuazione e quindi preservare gran parte del valore di un titolo. In tal modo, si avrebbe avuto la certezza di non subire gli effetti negativi dell'andamento del tasso di cambio nel periodo di detenzione dei Dollari Usa. Ma per un piccolo investitore, una strategia di hedging fai da te non è una buona scelta. Per questo ci sono strumenti hedged. Ad esempio, invece di acquistare l'ETF iShares Core S&P 500 si potrebbe acquistare l'ETF iShares S&P 500 Eur Hedged. 

Sul mercato azionario italiano sono quotati alcuni prodotti (ETC) che replicano l'andamento dei principali cambi tra valute e che possono tornare utili per implementare una copertura del rischio di cambio; oppure, si possono sottoscrivere quote di fondi comuni definiti "Euro hedge", che eliminano il rischio di cambio da comparti che originariamente sono denominati in divise diverse dall'Euro.

Non sempre ci si può coprire facilmente dal rischio cambio. Nel caso degli ETF ci sono spesso versioni hedged con cui coprirsi. Ma per le azioni, obbligazioni o titoli di stato si deve per forza correre il rischio di cambio, a meno che non si faccia un'operazione doppia, ovvero si acquista il titolo in valuta diversa dall'euro e dopo si entra long sul cambio con un CFD.

C'è un aspetto fondamentale della questione che però va considerato: il costo totale dell'operazione. Si deve tenere conto del rendimento che si sarebbe potuto ottenere nella valuta che si sta "coprendo", rispetto a quello che si otterrebbe invece per un analogo investimento in Euro. Supponiamo che attualmente il rendimento di un titolo di stato americano con scadenza a 1 anno sia pari a 1,22%; invece, il rendimento di un titolo di stato tedesco di pari scadenza è negativo per lo 0,7%. Perciò, il differenziale tra i tassi di interesse è 1,92%. In questo esempio la copertura dal rischio di cambio tra Euro e Dollaro per un anno avrà un costo complessivo dato dalla somma tra le commissioni dell'operazione (supponiamo 0,4%) e il suddetto differenziale tra tassi dell'1,92%. E' evidente che si tratta di un valore importante, che può incidere significativamente sul rendimento complessivo di un investimento. La copertura del rischio di cambio potrebbe essere molto utile per gli investitori che investono in strumenti finanziari dai rendimenti modesti che potrebbero essere completamente erosi dalle perdite sui cambi, a patto però di valutare attentamente il costo totale dell'operazione di copertura.

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