Token vs Criptovalute
Token e criptovalute spesso vengono confusi. La verità è che sono strumenti molto diversi tra di loro, ciascuno dei quali è dotato di una sua specificità e pone in essere particolari opportunità di investimento
Le criptovalute sono valute virtuali, le quali non fanno riferimento a un istituto centralizzato che ne influenzi in qualche modo l'offerta e le quotazioni (come avviene invece per l'euro o il dollaro, ovvero le cosiddette valute fiat). Utilizzano un sistema particolare per l'esecuzione, in tutta sicurezza e in maniera autonoma, delle transazioni. Nella stragrande maggioranza dei casi, fanno riferimento alle blockchain, ovvero una specie di registro-database condiviso da tutti i possessori della criptovaluta, che si aggiorna per tutti a ogni transazione. Le criptovalute si caratterizzano per una volatilità abnorme, con variazioni di prezzo che raggiungono spesso la doppia o la tripla cifra nel giro di un anno.
I token invece possono essere definiti come criptovalute in embrione. Per comprenderne il meccanismo occorre parlare delle ICO (Initial Coin Offer) ovvero i programmi con cui vengono venduti o distribuiti i token. Le ICO sono programmi di finanziamento, per certi versi simili alle campagne di crowdfunding, con cui gli sviluppatori di criptovalute attirano gli investitori. In cambio del denaro, rilasciano appunto i token. L'investitore-donatore che ha acquisito il suo token si trova a un bivio:
- aspettare che il progetto venga portato a termine e che la criptovaluta faccia il suo esordio nel mercato, e in quel caso il token si trasforma in criptovaluta
- farci fin da subito del trading. I token, infatti, possono essere scambiati ancora prima che la valuta virtuale diventi reale. Anzi, da un certo punto di vista il trading con i token è più florido del trading con le criptovalute.
E' meglio investire con le criptovalute o con i token?
Per rispondere è necessario prima di tutto conoscere le reali differenze tra il trading con le criptovalute e il trading con i token. Chi fa trading con le criptovaluta ha davanti a sé due alternative. Chi fa trading con i token può imboccare una strada e solo quella. Le criptovalute, infatti, possono essere scambiate sia in maniera diretta che in maniera indiretta, in qualità di sottostante. Nel primo caso, si utilizzano gli Exchange, ossia piattaforme che consentono di vendere o acquistare criptovalute in cambio di altre criptovalute o valute tradizionali. Nel secondo caso, ci si rivolge ai broker tradizionali che propongono il trading di CFD a base di criptovalute.
Tra Exchange e CFD le differenze sono palpabili. Gli Exchange consentono di possedere realmente le criptovalute, è vero, ma in compenso sono lenti perché le transazioni delle criptovalute, per ora, sono lente. I CFD invece permettono un trading veloce, del tutto simile, da questo punto di vista, al trading valutario, azionario, obbligazionario etc.
Gli Exchange sono però mediamente più rischiosi. Il motivo è semplice: non sono regolamentati; cioè manca il tessuto normativo che possa permettere un monitoraggio da parte di enti terzi. Secondariamente perché prima o poi, i token verranno presi in considerazione dai broker, così come è accaduto per le criptovalute. Quando ciò avverrà, verranno offerti i CFD a base anche di token. In quel caso, token e criptovalute, dal punto di vista degli strumenti di trading, si equivarranno.
Inoltre i token sono un asset ancora più volatile delle criptovalute. Le variazioni di prezzo sono abnorme e rapide. Ciò è dovuto a un fatto semplice: i token sono per definizione meno capitalizzate delle criptovalute. D'altronde i token sono criptovalute in embrione. Ciò, ovviamente, pone in essere vantaggi e svantaggi. E' vero, dove c'è volatilità c'è opportunità di fare surplus e di fare profitto, ma è anche vero che volatilità è spesso sinonimo di caos.
Il market mover delle criptovalute è rappresentato dalle notizie riguardanti il mondo delle cripto, mentre per i token è tutto molto diverso. Rappresentano ancora un settore di nicchia, quindi vengono, per ora, poco considerati dalle élite e dagli analisti. Ne consegue che il rischio di mercato è ancora più alto in quanto si aggiunge imprevedibilità a imprevedibilità e, in fondo, è tutto deciso dagli scambi.